La figura del Disability Manager rappresenta un elemento fondamentale per promuovere l’integrazione socio-lavorativa delle persone con disabilità all’interno delle organizzazioni. Questo professionista non si limita alla ricerca e all’inserimento di personale con disabilità, ma lavora per lo sviluppo del loro potenziale e per l’adattamento dell’organizzazione ai loro bisogni specifici, trasformando le sfide in opportunità di crescita collettiva.
Una figura con radici storiche
L’idea di una gestione specifica della disabilità all’interno del mondo del lavoro ha origini che affondano nel secondo dopoguerra, quando la necessità di reintegrare i reduci disabili nel tessuto produttivo portò alla creazione di programmi di riabilitazione e inserimento lavorativo. Tuttavia, è stato solo negli anni ’90 che il concetto di Disability Management è emerso come disciplina strutturata, in risposta alle crescenti richieste di inclusione e valorizzazione della diversità nelle aziende. In Italia, la Legge 68/99 ha rappresentato una pietra miliare, stabilendo norme per il diritto al lavoro delle persone con disabilità e sancendo l’importanza di una gestione integrata delle loro esigenze.
Inclusione in azione: la nostra esperienza
L’inclusione lavorativa delle persone con disabilità non è solo un valore etico, ma anche una sfida organizzativa che richiede consapevolezza, formazione e un’attenta gestione della sicurezza. Recentemente, abbiamo supportato Plastik SPA in un percorso di sensibilizzazione dei dipendenti sull’inclusione lavorativa, affrontando dubbi, preoccupazioni e opportunità legate all’inserimento di un lavoratore con disabilità.
A seguito della richiesta dell’azienda, abbiamo condotto un focus group con otto dipendenti di diverse aree aziendali, al fine di analizzare i bisogni e le percezioni legate all’inclusione. Dall’incontro è emersa una grande disponibilità all’ascolto e al confronto, ma anche alcune incertezze su come gestire la relazione e la comunicazione con il collega. In particolare, sono state individuate tre macro-aree critiche:
- Relazione interpersonale: il desiderio di costruire rapporti più profondi rispetto ai semplici saluti di cortesia.
- Incolumità fisica del dipendente: la necessità di adottare misure di sicurezza adeguate e di comunicare efficacemente le situazioni di rischio.
- Efficacia comunicativa: la difficoltà di trasmettere regole e procedure in modo chiaro e comprensibile.
L’azienda, consapevole delle sfide, ha deciso di intraprendere un percorso formativo per rafforzare la sensibilità e le competenze su questi temi, sia delle persone più a stretto contatto con la persona fragile che dell’intera popolazione aziendale. Inoltre, ha previsto l’assunzione nei prossimi mesi di altri due giovani con disturbo dello spettro autistico, confermando il proprio impegno verso un ambiente di lavoro più inclusivo.
Inclusività e sicurezza: una visione integrata
L’inclusione delle persone con disabilità in azienda ha un impatto diretto anche sulla sicurezza. Per un RSPP, significa adottare strategie che tengano conto delle esigenze specifiche di ciascun lavoratore. Un ambiente sicuro non è solo quello che rispetta la normativa, ma quello che sa adattarsi alle caratteristiche dei suoi lavoratori.
Ad esempio, se un’azienda assume una persona sorda, come può garantire la sua sicurezza in caso di emergenza? Occorre integrare sistemi visivi, vibrazioni o dispositivi tecnologici che compensino la mancata percezione dei segnali acustici. Allo stesso modo, per un lavoratore con disabilità cognitiva, le procedure di emergenza devono essere chiare, ripetibili e supportate da strumenti visivi o pratiche di affiancamento.
L’esperienza con Plastik SPA ha dimostrato che l’inclusione non è solo una questione di accessibilità, ma anche di capacità organizzativa e gestionale. Un’azienda davvero inclusiva è quella che si interroga costantemente su come migliorare il benessere e la sicurezza di tutti i suoi lavoratori, senza eccezioni.
Il Disability Management è una sfida, ma anche un’opportunità per le imprese di distinguersi come realtà etiche e innovative. Non si tratta solo di rispettare normative, ma di investire nel potenziale umano, in tutte le sue sfaccettature.