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Intervista a Eleonora Mapelli

Qual è la tua area di specializzazione? 

Il mio percorso professionale si concentra sulla consulenza e formazione in ambito qualità, sicurezza e ambiente, con particolare specializzazione nei sistemi di gestione aziendale. Sono auditor certificata per gli standard internazionali ISO 9001 e VDA 6.3 per audit di processo. La mia attività si articola nello sviluppo e nell’ottimizzazione dei sistemi di gestione, con l’obiettivo di supportare le organizzazioni nell’implementazione di processi efficienti e conformi alle normative vigenti. Fornisco inoltre servizi di auditing, sia a livello di sistema, sia di processo, e conduco verifiche di conformità legislativa, affiancando aziende di diversi settori per garantire miglioramenti operativi e sostenibilità nel lungo termine. 

Quali sono i metodi didattici che utilizzi per coinvolgere i corsisti? 

Il mio approccio formativo si basa su un metodo esperienziale, frutto di oltre vent’anni di attività diretta in azienda. Durante i corsi, privilegio esempi concreti e casi studio reali per stimolare il coinvolgimento attivo dei partecipanti. Credo fermamente che un formatore debba non solo trasmettere nozioni, ma anche offrire risposte pratiche e facilmente applicabili nel contesto lavorativo. In aula invito costantemente i corsisti a condividere le proprie esperienze e a confrontarsi con me e tra loro, creando un ambiente di apprendimento dinamico e partecipativo. Supporto le lezioni con materiali didattici strutturati, che vengono poi lasciati a disposizione dei partecipanti. Ogni corso si conclude con un test per valutare l’efficacia della formazione e, su richiesta, rimango a disposizione per approfondimenti successivi. Questa disponibilità ha portato spesso alla nascita di interessanti collaborazioni professionali. Mantengo inoltre una comunicazione attiva tramite i social network, in particolare LinkedIn, per condividere aggiornamenti normativi e buone pratiche nei settori di qualità, sicurezza e ambiente. 

Ci racconti un aneddoto?

Durante un progetto per l’ottimizzazione produttiva e la riduzione degli scarti presso un’azienda cliente, si è tenuta una riunione con le prime linee, i capireparto e  i capi turno. Durante la discussione sulle criticità emerse sugli scarti, uno dei capiturno, con tono serio e curioso, mi ha chiesto: “Ma queste cose le fai anche in altre aziende? Ti pagano per questo?”. Inizialmente la domanda mi ha sorpresa e ho riso, ma poi ho colto l’importanza di quell’episodio: spesso diamo per scontato che tutti comprendano il valore dei progetti su cui lavoriamo, ma non è sempre così. Questo episodio mi ha insegnato quanto sia fondamentale comunicare in modo chiaro e trasparente gli obiettivi e i benefici del proprio intervento. 

Come vedi il futuro della tua professione?

Ritengo che l’intelligenza artificiale rappresenti una svolta epocale per il settore della consulenza. Le sue applicazioni offrono opportunità straordinarie per ottimizzare i processi, migliorare le analisi dei dati e supportare decisioni strategiche più rapide e informate. Sono fermamente convinta che la chiave per un’evoluzione positiva risieda nell’approccio consapevole e controllato a queste tecnologie. L’esperienza storica ci insegna che il rifiuto del progresso tecnologico può essere deleterio: come evidenziato nel libro Perché le nazioni falliscono di Daron Acemoglu e James A. Robinson, vincitori del premio Nobel per l’economia nel 2024, alcune economie hanno subito un declino proprio per aver osteggiato l’innovazione. La mia visione è quindi orientata a favorire l’adozione dell’intelligenza artificiale in modo consapevole e integrato, per trasformare le sfide in opportunità di crescita e innovazione, anche nel mio piccolo e ristretto ambito. 

Chi ti ha ispirato?

Non ho una figura specifica che abbia rappresentato una fonte di ispirazione costante. Tuttavia, il mio amore per il lavoro mi è stato trasmesso dai miei genitori, che mi hanno insegnato il valore della dedizione e della passione professionale. Trovo grande ispirazione nelle persone con cui collaboro quotidianamente: professionisti del settore che spesso mi offrono preziose lezioni e nuovi spunti di riflessione. Questo confronto continuo rappresenta una delle componenti più stimolanti del mio lavoro. 

Come integri la tecnologia nella tua disciplina?

L’integrazione tecnologica è un aspetto sempre più centrale nel mio lavoro. Pur non essendo un’esperta informatica, utilizzo dispositivi tecnologici, applicazioni e software per ottimizzare le attività di consulenza e auditing. Fin da bambina sono rimasta affascinata dalla robotica, probabilmente influenzata dai filmati delle fiere meccaniche che mio padre mi mostrava. Questa passione continua ancora oggi: durante un recente evento artistico alla Biennale di Venezia, ho osservato con grande interesse l’installazione di due artisiti cinesi che hanno esposto un robot Kuka impegnato in un’opera simbolica, affascinata dalla precisione dei movimenti e dall’interazione tra uomo e macchina. 

Quale potrebbe essere una statistica o un dato interessante rispetto alla tua disciplina? 

Negli ultimi anni ho notato un cambiamento significativo nell’approccio delle aziende verso le norme ISO. Se in passato prevaleva un’interpretazione rigida e finalizzata esclusivamente all’ottenimento del certificato, oggi sempre più realtà comprendono i benefici concreti derivanti da un’adozione consapevole e strategica degli standard. Sebbene non tutte le aziende sfruttino appieno le potenzialità delle norme per promuovere il miglioramento continuo, il fatto che ci siano ancora imprenditori e professionisti motivati a “fare bene” è una grande fonte di stimolo per continuare a investire tempo e risorse in questo ambito. 

 

Redazione EduC.A.

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