Dopo la pausa estiva, il Festival della Sicurezza è tornato a proporre occasioni di riflessione e cultura con un nuovo appuntamento.
Giovedì 18 settembre, presso la Sala delle Carrozze della Biblioteca Comunale di Villa di Serio, il pubblico è stato invitato a rivivere una serata speciale: “Il silenzio di Chernobyl”.
Il tema, già al centro della tappa di maggio a Nembro, è stato riproposto in un luogo diverso, suggestivo e dall’atmosfera unica. Parlare di Chernobyl significa confrontarsi con una delle più gravi catastrofi della storia moderna, ma anche con un messaggio universale: quello della fragilità dei sistemi, delle conseguenze degli errori, della necessità di coltivare una cultura della sicurezza che non si limiti alle norme, ma diventi coscienza diffusa.
Durante la serata, il pubblico ha attraversato linguaggi diversi e complementari. Le immagini create con la sabbia hanno dato forma a un racconto visivo poetico e struggente, che è stato capace di trasformare il silenzio e la polvere in memoria condivisa. La narrazione sonora del podcast “Storie di Attimi”, arricchita da un sound design immersivo, ha offerto invece un’esperienza uditiva in grado di riportare tutti nel cuore di quel 26 aprile 1986 e dei giorni successivi, quando il mondo intero si trovò improvvisamente a fare i conti con l’invisibile minaccia della radioattività.
La parte conclusiva, come sempre è stata dedicata alla Chernobyl di oggi: fotografie, testimonianze ed esperienze dirette che hanno permesso di scoprire come quei luoghi, apparentemente sospesi nel tempo, siano ancora vivi e carichi di significato. Non solo rovine e silenzio, ma anche ricerca, memoria attiva e domande sul futuro.
Il ritorno del Festival dopo l’estate non ha voluto essere soltanto un momento di spettacolo, ma un’occasione per trasformare la memoria in consapevolezza. Ricordare Chernobyl significa riflettere su quanto la sicurezza non possa mai essere data per scontata. Il Festival della Sicurezza conferma così la sua vocazione: creare spazi di confronto in cui la sicurezza diventa cultura, responsabilità e impegno.
Perché la sicurezza nasce prima di tutto dalla memoria e dalla capacità di imparare da ciò che è stato, affinché errori simili non abbiano più a ripetersi.







